Con il 2018 sono state introdotte delle importanti novità per le imprese che lavorano in Svizzera.
In sintesi: tutte le aziende che hanno un volume d’affari che supera i 100.000 franchi svizzeri (circa 85mila euro) sono obbligate a versare l’IVA in Svizzera attraverso quella che si chiama “rappresentanza fiscale”. Ma non basta! Infatti le imprese italiane con volume d’affari superiore al limite che abbiamo detto, dovranno iscriversi in un apposito registro e presentare una fidejussione bancaria o fare un deposito di denaro per garantire il successivo versamento dell’IVA svizzera.
Quali sono le imprese interessate dalla nuova normativa?
Tutte le aziende estere (quindi anche quelle italiane) che realizzano un volume d’affari, in tutto il mondo, quindi non solo in Svizzera, superiore a 100mila franchi svizzeri.
Quando inizia l’assoggettamento a Iva in Svizzera?
L’assoggettamento all’IVA inizia, per le imprese non svizzere, nel momento in cui queste effettuano per la prima volta una prestazione sul territorio svizzero.
Cosa deve fare un’impresa straniera che intende operare in Svizzera?
Entro 30 giorni da quando scatta l’obbligo di assoggettamento ad IVA, l’impresa deve nominare un Rappresentante Fiscale che abbia sede in Svizzera, tramite il quale poi dovrà adempiere agli obblighi tributari, e prendere una partita Iva svizzera.
Deve poi stipulare una fidejussione con una banca svizzera pari al 3% del volume d’affari che si intende effettuare in Svizzera e comunque per un importo minimo di 2mila franchi.

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MARIO CLERICUZIO, Autore del libro "Il Coraggio di Fare Impresa", disponibile su IBS e su AMAZON.